Shakespeare and Co.

Affidarsi ad un professionista – Seconda parte

 

Perché una seconda parte?

 

Mi sembrava di aver detto tutto e invece, poi, mi sono accorta, ascoltando il punto di vista di alcune altre professioniste, che mancassero alcune parti per completare il quadro del perché può essere utile affidarsi a chi, per mestiere, usa le parole e scrive storie che raccontano brand e persone, o solo persone, o solo brand. Insomma, rimaneva qualcosa da dire, ecco.
L’ultima volta avevamo iniziato così:

«Perché mai dovrei farmi scrivere i testi da qualcuno che, di me, conosce solo la superficie?»
Potrei mettermi qui, ora, a scrivere un bell’articolo suddiviso per punti, attraverso il quale spiegare ben benino, con parole e strumenti da manuale, quali siano i pro, le ragioni, le assennate motivazioni per le quali, se non riesci, non ti piace, non hai tempo, dovresti, no, scusa, potresti, scegliere di affidarti ad un professionista. Un ghostwriter.
Beh, non lo farò. Ciò che posso fare, invece, è condividere le riflessioni di coloro che hanno scelto di farsi raccontare e che hanno già vissuto ciò che, forse, hai pensato una volta, o penserai: credo che questo possa far luce sulla tua ricerca di parole e scrittura e, magari, indurti a trovare il coraggio che cercavi per esporti al mondo con la tua storia.

 

In quell’articolo avevo raccolto i pensieri di Jessica Pellegrino, una visionaria e audace coach di Empowerment femminile, nonché imprenditrice digitale, che si è affidata a me per scrivere Strong, il suo secondo libro.

In questo nuovo articolo condividerò con te le parole di Vanessa Ortolani, co-founder, insieme a Chiara Salomone e Sara Robbiati, di U-nike, una community nata per aiutare le donne che vogliono conoscersi a fondo, evolvere e realizzarsi attraverso l’espressione, totale e senza vincoli, della propria unicità.
Il prossimo 15 Aprile uscirà il libro Donna Ricca. Vivi la tua trasformazione, che ho scritto insieme a loro; una lettura semplice ma sfidante, pensata come un vero e proprio strumento per accrescere la consapevolezza e trasformarla in azione, affinché la lettrice divenga conscia del proprio potenziale, della propria voce e sia in grado di procedere, con coraggio, verso l’autorealizzazione.
Ho amato questo progetto dal minuto uno, ho creduto nella forza di questo libro e di ogni capitolo, paragrafo o parola dal minuto due e, per far sì che ogni aspetto fosse chiaro, potente e utile, non ho risparmiato un briciolo di energia.

 

Abbiamo deciso di rivolgerci ad un ghostwriter e di non scrivere il libro direttamente perché:
1 – non avevamo il tempo di farlo;
2 – non abbiamo esperienza di scrittura di un libro, cosa che un professionista ha;
3 – più importante, bisognava avere la capacità di scrivere in modo molto comprensibile ed empatico.
Il nostro libro non è un manuale e volevamo che fosse un testo in grado di riportare le donne che lo avrebbero letto al proprio interno, al proprio ambito emotivo. Quindi ci serviva una persona che racchiudesse, da una parte, la professionalità dello scrittore e che sapesse scrivere bene in italiano – che non è proprio banale – e, dall’altra, la personalità e l’empatia che servivano per scrivere il tipo di libro che volevamo scrivere noi.
La scelta, poi, è ricaduta su di te perché il tuo libro, quello che hai pubblicato con il tuo nome, è scritto benissimo e parla di donne, di sorellanza e di tutta una serie di contenuti che sono i nostri elementi guida e che noi volevamo tenere come concetti di base per il nostro progetto.
E poi, quando te lo abbiamo presentato, hai subito compreso e sei riuscita a tradurre esattamente in parole quello che noi volevamo intendere, cosa che per noi sarebbe stata impossibile.
Per fare lo scrittore per sé e per altri bisogna avere cultura, bisogna aver letto molto, bisogna aver vissuto: non ci si può inventare scrittori e mettersi al servizio di qualcuno che vuole scrivere qualcosa.
L’altro aspetto fondamentale è trovare il giusto passo tra le parti, perché tradurre in un libro quello che il committente ha in mente non è proprio banale e deve essere interiorizzato; se, poi, questo qualcuno ti dà un’idea e tu la devi sviluppare da capo ci vuole una comunanza di intenti e d’animo.
Rispetto a dubbi o perplessità sull’affidarsi a qualcuno direi di poter affermare che non ne abbiamo avuti, anzi certezza fin da subito.

 

Cosa ne pensi del punto di vista di U-nike? Ci sono aspetti o situazioni che riconosci? Quali argomenti condividi e quali, magari, ti piacerebbe approfondire? Parlamene, scrivimi: sarei felice di confrontarmi con te e fugare qualche dubbio, se questo potesse aiutarti a non abbandonare le tue storie.

Oppure puoi venire alla presentazione del libro: Sabato 15 Aprile, a Milano, si terrà l’evento Donna Ricca, durante il quale, oltre ad acquistare la tua copia autografata, potrai avvicinarti e sperimentare ogni singola tematica contenuta nel volume.

Se, nel frattempo, vuoi iniziare a cimentarti nella narrazione di vicende o eventi, prova a partire dalla Newsletter, il ponte che ti collega ai tuoi clienti, o potenziali, grazie al quale possono vedere chi sei, qual è il tuo mestiere e come lo porti avanti con coraggio nel mondo. 

Per agevolarti, ho creato un breve corso gratuito che pone l’attenzione proprio su come scrivere una Newsletter che ti racconti fino in fondo. Vieni a dare un’occhiata: io credo che ti piacerà l’idea e, alla fine, vorrai iscriverti.

Da questa parte: BRAND & EMOZIONI. Scrivere una Newsletter che ti racconti

Allora, che ne pensi? Ci vediamo lì, tra le parole e nelle tue storie.

 

Alessandra Ferro Newsletter

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