Senza giudicare

Scrivere senza giudicare

Se il tuo desiderio è raccontare una storia, lascia perdere la testa.

 

Non è lì che troverai il coraggio di guardarti dentro e mettere in parole le vicende che hanno fatto parte di un certo momento della tua vita. Non è lì che troverai le sfumature come le codardie o gli atti di forza che hai escogitato per far sì che quella scelta, proprio quella scelta, divenisse, infine, tangibile.

Se il tuo desiderio è raccontare la tua storia, una certa storia, allora, per favore, porta in primo piano le emozioni che albergano sotto la superficie, la maschera perfetta che mostri al mondo e sii te stesso. Segui ciò che senti di voler dire, ascoltati e scrivilo, tutto, nella sua pienezza, nella sua dirompente verità. Non dare giudizi sul valore del contenuto o sull’opportunità di un racconto, scrivi le sensazioni che provi, poiché esse sanno dove si trovano le tue parole, ferme tra le dita e le labbra. Lascia perdere la forma o la sintassi, non è questo il momento della cura e delle cesoie, esso viene dopo

La bellezza della vita risiede nelle storie e la parola è lo strumento unico attraverso il quale dare valore, forma e onore a ciò che vivi ogni giorno: cerca di ricordarlo quando ti accingi a raccontare una storia. Abbi rispetto di te come professionista, come essere umano, quello che ti pare, ma non sottovalutare mai il valore e la bellezza che puoi portare al mondo raccontando  ogni ricordo, o persona, anche un semplice colore, che ha attraversato la tua quotidianità.

Mica per forza si deve scrivere un libro o affrontare gli abissi del tempo, vivere avventure come Harry Potter, bastano già solo, io credo, quelle di ognuno di noi come persone che sgomitano sulla metro per arrivare a casa in tempo per la cena e vedere i sorrisi dei propri figli. Bastano le solitudini di chi trova solo una televisione spenta, o gli occhi di un padre, il profumo della sera in primavera e la sorpresa di percepirlo, il rumore del mare quando non ne vuole sapere di tacere perché fa a gara con il vento a chi arriva prima.

Basta già tutto questo sai, perciò non commettere l’errore di pensare che siccome c’è poco da condividere – secondo te – allora puoi anche scriverlo in fretta e senza criterio o rispetto.

 

Sssshh, non lo dire.

 

La tua storia, qualunque essa sia, ha il valore che tu le attribuirai, perciò vai a pescare fuori dalla testa l’immenso potere che hai dentro, quello che nasce dal ricordo, dal silenzio ombroso di ieri. Stai lì dentro e scrivi senza pensare che sia inutile, non abbia valore, sia poco, sia detto male, o che sì, dai, non sarà mai come l’avevo in testa.

Ecco, appunto, in testa: dimmi, come può essere il pensiero uguale al profondo mare che scuote le rive della tua vita? Potrà mai, dimmi, la tua idea di qualcosa essere anche solo l’abbozzo di ciò che invece hai vissuto o sentito, di un tuo ricordo, di un’immagine che ti si piazza in gola e non scende, un tocco della mano che ha portato con sé lacrime o timori?

Lo sai, tu, come può? Io no, no davvero, è per questa ragione che è necessario scrivere, scriverti, senza giudicare. Se solo tu provassi a stare seduto di fronte a quel tuo mare, se solo tu provassi a giacere dentro di te ed a silenziare, per il tempo che ti serve, tutto il tempo che ti serve, il rumore del mondo, allora capiresti come ritrovare la tua persona e, con essa, il luogo unico nel quale si rifugiano le parole.

È lì che si trova tutto ciò che non puoi vedere se rimani dentro la tua testa ed è da lì che puoi imparare a ridare importanza ai profumi, alle gocce d’acqua improvvise, alle infinite immagini, nascoste dietro a sorrisi, che vivono di silenzi o saltano fuori dalle mani per essere raccontate.

 

«Ok, capito. E poi dove le metto tutte queste storie?»

 

Dipende da ciò che desideri tu per loro: già il solo fatto di averle scritte si rivelerà prezioso, poiché esse rimarranno per sempre.

Puoi pubblicare un libro, se sei abbastanza tenace da portare avanti un impegno di tale portata; puoi unire i racconti in una raccolta da rendere pubblica o meno. Oppure ancora, se si tratta di vicende legate alla tua attività professionale, potresti trasformarli in Newsletter, il luogo deputato attraverso il quale condividere gli aspetti più sinceri, intimi, di sé come professionisti.

Credo che sarebbe davvero un bel modo per avvicinarsi alle persone che sono iscritte e  che desiderano conoscerti, sapere cosa succede nel tuo mondo, cosa succede a te solo per il fatto che gli stai a cuore.

Se vuoi iniziare a cimentarti nella scrittura e desideri farlo attraverso la Newsletter, sappi allora che ho creato un breve corso gratuito che pone l’attenzione proprio su come scrivere una narrazione che parta da te e dal mare sconfinato che hai dentro.

 

Il corso si chiama BRAND & EMOZIONI. Scrivere una Newsletter che ti racconti.

 

Vieni: ti mostrerò come lasciar perdere la testa e tenere traccia, invece, delle gocce d’acqua improvvise, delle ombre che fanno da ombrello alla tua vita.

Da questa parte,

BRAND & EMOZIONI

 

 ti aspetto lì, caro audace scrivitore di racconti, tra le parole e nelle tue storie.

 

 

Alessandra Ferro Newsletter

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