13 Mar Affidarsi ad un professionista
«Perché mai dovrei farmi scrivere i testi da qualcuno che, di me, conosce solo la superficie?»
Domanda lecita.
Potrei mettermi qui, ora, a scrivere un bell’articolo suddiviso per punti, attraverso il quale spiegare ben benino, con parole e strumenti da manuale, quali siano i pro, le ragioni, le assennate motivazioni per le quali, se non riesci, non ti piace, non hai tempo, dovresti, no, scusa, potresti, scegliere di affidarti ad un professionista. Un ghostwriter.
Beh, non lo farò.
Per alcune, dal mio punto di vista, validissime ragioni; la prima è che non sono qui per dirti quali scelte attuare nella tua vita né per definire in modo esatto quali siano i vantaggi di una scelta di tale tipo. Come potrei? Siamo forse tutti uguali? Ognuno ha il suo mondo interiore e ciò che pensa, vive e sente o decide per il suo lavoro, o vita, non può essere dettato dalle stesse ragioni, emozioni o idee che muovono un altro essere umano, pertanto quella che potrebbe essere una buona ragione per me potrebbe essere la peggiore per te: non credi?
Ciò che posso fare, però, è raccontarti che cosa sia un ghostwriter, almeno per come la vedo io, e, anche, condividere le parole delle persone che hanno scelto di farsi raccontare.
Perché?
Perché credo che nella vita ci sia una soluzione a tutto e io ci provo sempre, finché mi è possibile scegliere, a trovare il modo per far funzionare qualcosa: a volte divento anche fastidiosa e incosciente in questo mio tentare sempre di trovare soluzioni alle situazioni.
Condividere i racconti di chi ha già fatto determinate riflessioni, di chi si è già posto certi interrogativi, credo, potrebbe rivelarsi un buon modo per mostrarti una possibilità in grado di aiutarti quando non trovi le parole, oppure quando, in un momento particolare, intenso magari, hai bisogno di una mano per narrare; un’opportunità che, magari, ti precludi per credenze, timori, o, più semplicemente, perché non ci hai mai neanche pensato. Potresti anche aver voglia di scrivere la tua storia di persona o di professionista e immagini, in quella tua testa, che sia un’attività che ti supera, che va oltre il tempo che hai o le parole che possiedi e allora lasci il tuo bel libro in un luogo altro che solo tu conosci e dal quale, temi, non potrai mai farlo uscire.
Ci sono persone che hanno già vissuto ciò che, forse, hai pensato una volta, o penserai, e le loro esperienze possono far luce sulla tua ricerca di parole e scrittura e, magari, indurti a trovare il coraggio che cercavi per esporti al mondo con la tua storia.
Oggi ti lascio il racconto di Jessica Pellegrino, una visionaria e audace Coach di Empowerment femminile, nonché imprenditrice digitale, che si è affidata a me per scrivere il libro della sua manifestazione. Si intitolerà Strong.
Fanne tesoro, del suo racconto dico; per te e per le tue parole.
Non l’avevo previsto all’inizio.
Perché? Perché ci sono molti tabù legati all’aspetto economico: ci si immagina che ci vogliano tanti tanti soldi, che sia necessario chissà che cosa e che sia solo una faccenda da Vip. Per queste ragioni, a volte, non la si valuta come una possibilità: è accaduto anche a me e tutti quei pensieri mi hanno portata a girare in lungo e in largo verso un libro che volevo scrivere ma che, poi, materialmente, non scrivevo mai, perché non prendevo il coraggio a due mani per farlo.
Avevo un po’ di confusione, in generale, sul come lo dovessi scrivere, sulla struttura, e, soprattutto, mi dicevo sempre di non avere il tempo da dedicare alla stesura. Non avendo conoscenza sul come si scrive e si prepara un libro, immaginavo fosse un’attività che mi avrebbe richiesto un impegno di lungo periodo, pensavo anni, invece, poi, ho capito che con un lavoro organizzato e costante, è un qualcosa che si può compiere nel giro di qualche mese: non avevo mai neanche pensato che fosse possibile.
Il fatto di non avere idea di come avrei potuto scriverlo, di come avrei estrapolato le parole giuste per far arrivare il messaggio che volevo condividere è stato sicuramente il deterrente più grosso.
Collegata a questa questione c’era, appunto, il tema del tempo: per ideare una struttura e capire come realizzarla, ci vuole tempo e io quel tempo, un po’ per paura di fallire, non lo trovavo mai: c’era sempre altro che aveva la precedenza (in realtà il tempo per le cose a cui si tiene si trova, ma l’evitamento è una dinamica che mette in atto il nostro cervello per farci desistere e cedere il passo alla paura di fallire); la verità era che avevo paura di non riuscire a fare un bel lavoro, anche se tradurre in parole scritte il mio messaggio era un impegno nel quale desideravo cimentarmi.
Per dirla tutta, poi, io non ho scelto di affidarmi ad una professionista io ho scelto di affidarmi a te, perché ho visto il modo in cui lavori; l’amore che metti in ogni parola che scrivi, l’attenzione che riponi nel narrare il messaggio della persona, piuttosto che il tuo, sono stati fondamentali poiché mi hanno permesso di intuire come ciò che avrei scritto o detto a te sarebbe stato tradotto in maniera lineare e solida. Avrebbe avuto il mio tono di voce e le mie parole.
Interessante il punto di vista di Jessica, non credi? Ci sono aspetti o situazione che riconosci? Parlamene, scrivimi magari: sarei felice di confrontarmi con te e fugare qualche dubbio, se questo potesse aiutarti a non abbandonare le tue storie.
Oppure, puoi sempre ascoltare il nostro podcast Manifesting Journey che accoglie l’intera narrazione, work in progress, del suo progetto di scrittura: troverai senz’altro spunti di riflessione e risposte.
Se vuoi iniziare a cimentarti nella scrittura di vicende o eventi, potresti partire dalla Newsletter, il ponte che ti collega ai tuoi clienti, o potenziali, attraversato il quale vedranno chi sei, qual è il tuo mestiere e come lo porti avanti con coraggio nel mondo. A questo scopo ho creato un breve corso gratuito che pone l’attenzione proprio su come comporre una Newsletter che ti racconti fino in fondo.
Vieni a dare un’occhiata: io credo che ti piacerà l’idea e, alla fine, vorrai iscriverti.
Da questa parte: BRAND & EMOZIONI. Scrivere una Newsletter che ti racconti
Allora, che ne pensi? Ci vediamo lì, tra le parole e nelle tue storie.
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