
20 Mar Il tempo della scrittura
È come una storia d’amore, vivere con la scrittura.
Vuol dire sedersi a guardare la vita, in silenzio, e poi trovare il modo, ogni volta più vero, audace o toccante, per interpretarla e regalarla a chi vuole, o ha bisogno, di condursi in un luogo di cui non conosce nulla, che lo accompagni via, in sé o fuori da sé, a provare emozioni che non immaginava o che non si concedeva.
Bisogna darle tempo, alla scrittura, di fidarsi e, per arrivarci, va seguita, coccolata; le vanno regalate attenzioni e fatti doni di cuore. Talvolta diviene uno struggimento poiché la si rincorre, la si chiama e lei fugge via, anche solo per dispetto, o perché, crede, che tu non sia abbastanza devoto, perché hai guardato altrove e non lei soltanto.
Questo amore richiede tempo, concentrazione. Una dedizione che a volte ti snerva perché può darsi che per un certo periodo tu non riceva nulla, che lei non ti degni di un cenno o di uno sguardo; e tuttavia è sempre lì che vai a finire, quel richiamo dell’anima che dice vieni, ti prego, vieni, solo qui avrai pace, solo qui potrai ritrovare il tuo senso.
Certo, questo è quello che percepisco io, quello che scalpita tra le matite sulla scrivania, o tra i tasti di questo PC con cui trascorro le ore, faccia a faccia, in un duello di amore e forza che con poco altro posso dire di essermi contesa.
Devo dirtelo però: se vuoi raccontare le tue storie, se vuoi che il tuo scritto abbia la forza e veridicità di ciò che porti al mondo, non pensare di poter passare del tempo con la scrittura come se fosse un diversivo qualunque: non funzionerà.
Lei è una regina, e chiede ciò che le spetta e sa di meritare.
Per narrare veramente ciò che vuoi trasmettere a chi ti segue è importante che tu le dedichi tempo, cura, costanza: non puoi portarla a cena una sera e poi pensare di rifarti vivo dopo un mese; quando torni, lei, ti riderà in faccia. Ogni giorno vuole un po’ di te, ha bisogno che tu ti sieda accanto alla tua vicenda e trovi in essa quel sussurro che ti appartiene; ha bisogno che tu attenda l’arrivo della parola esatta per coniugare tale sussurro e renderlo degno di chi ti legge.
Non voglio spaventarti, ma il rispetto che nutro nei suoi confronti mi induce ad essere sincera: perché se tu lo sarai con la tua scrittura e con le tue parole, esse ti ripagheranno, sempre.
Chiaro, è una scelta che si fa quando ci si trova a dover decidere il come raccontarsi: che faccio, scrivo? Parlo a video? Racconto con un podcast?
Magari per te è meglio registrare un video, andando anche a braccio, e potrebbe rivelarsi frustrante stare nella lentezza della scrittura, dedicare attenzione alle parole.
Mi sono ritrovata a fare una valutazione molto simile quando, giunta ormai ad un punto di svolta nella mia attività di ghostwriting, ho deciso di affidare la parte digitale e strategica del progetto ad una professionista.
Stava diventando sempre più gravoso per me dover pensare a strumenti e metodi da mettere in pratica per farmi conoscere e rendere noto il mio lavoro. Non parliamo poi della realizzazione pratica di certi prodotti digitali e della loro pianificazione. Trascorrevo il tempo studiando marketing e strategia digitale, anziché approfondire tematiche legata alla scrittura per aumentare le mie competenze; sottraevo energia ed attenzione a quello che per me era molto più importante: ascoltare le storie, metterle in parole.
Io scrivo, faccio questo di mestiere; passo il tempo in luoghi paralleli dove ci sono voci che mi sussurrano all’orecchio vicende e dialoghi, ed il tempo che dedico a tutto ciò è un tempo che mi godo appieno. Al contrario, la strategia e le attività che si ricollegano ad essa non sono proprio parte della mia area di genio e farle mi richiede troppa energia e tempo di qualità che preferisco riservare al mio amore più grande, la scrittura. Che è lenta e silenziosa, mi attende sempre nei nostri luoghi preferiti.
Ecco perché ho preferito delegare.
Tu che cosa vuoi delegare? La scrittura è tra queste?
Se lo fosse, ricorda sempre che ti posso aiutare. Posso prendere tutta la polvere che hai lasciato depositare sulla tua narrazione e portarla via, con la mia pazienza di guardarti e ascoltarti, con la mia voglia di dirti che anche tu, come me, come chiunque, puoi raggiungere la verità di raccontarla nel modo più autentico.
Possiamo farlo insieme, oppure puoi decidere, intanto, di provare in autonomia e cimentarti nella scrittura della Newsletter.
Ci avevi pensato?
Per darti una mano, ho creato un breve corso gratuito
BRAND & EMOZIONI. Scrivere una Newsletter che ti racconti
Vieni a dare un’occhiata: io credo che ti piacerà l’idea e, alla fine, vorrai iscriverti.
Allora, che ne pensi? Ti vedrò lì, audace cercatore di narrazioni autentiche?
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