Fine. E vissero tutti felici e contenti. Chiuse la porta e seppe, per averlo vissuto, che non era finita.   Lettere che campeggiano sullo schermo. Il foglio digitale al quale lo scrittore ha rubato il candore, al quale ha dato voce, la sua voce, ora è intriso di interiorità divenuta parole, spazi, margini, righe. È a questo punto che inizia un nuovo ed entusiasmante momento, quello della revisione. Peter Selgin, docente della Gotham Writers' Bookshop, dice che: «Prima di decidere come revisionare, bisogna avere qualcosa da revisionare,...

La stesura del tuo racconto non inizia con la prima riga di parole che decidi di mettere nero su bianco.   La scrittura è la parte finale di un processo ben più ampio, che comprende, oltre alle parole che scegli di usare, anche tutta una serie di attenzioni e atti di cura che la tua storia si aspetta e di cui ha bisogno per divenire la sincera fotografia di ciò che è stato, o è, di chi sei tu. Non privare il tuo...

  È come una storia d’amore, vivere con la scrittura.   Vuol dire sedersi a guardare la vita, in silenzio, e poi trovare il modo, ogni volta più vero, audace o toccante, per interpretarla e regalarla a chi vuole, o ha bisogno, di condursi in un luogo di cui non conosce nulla, che lo accompagni via, in sé o fuori da sé, a provare emozioni che non  immaginava o che non si concedeva. Bisogna darle tempo, alla scrittura, di fidarsi e, per arrivarci, va...

«Perché mai dovrei farmi scrivere i testi da qualcuno che, di me, conosce solo la superficie?»   Domanda lecita. Potrei mettermi qui, ora, a scrivere un bell’articolo suddiviso per punti, attraverso il quale spiegare ben benino, con parole e strumenti da manuale, quali siano i pro, le ragioni, le assennate motivazioni per le quali, se non riesci, non ti piace, non hai tempo, dovresti, no, scusa, potresti, scegliere di affidarti ad un professionista. Un ghostwriter. Beh, non lo farò. Per alcune, dal mio punto di...

Perché scrivi? Perché si scrive?   Togliamoci il pensiero ed entriamo subito nell’ambito dell’inesplicabile, della retorica, così ben tradotta da André Dhôtel come “un miracolo universale in cui l’essenziale è qualcosa di invisibile al quale l’essere si abbandona non per scelta, ma per l’immediata necessità di una scrittura”. La creazione romanzesca sarebbe dunque una lotta nella quale lo scrittore finisce col soccombere, e questa tensione interiore, il bisogno di scrivere, diviene l’atto irrazionale per eccellenza. Il romanziere, dal canto suo, si definisce volentieri come...