
15 Mag “L’arte di correre” di Haruki Murakami
Ho iniziato le mie letture del 2021 con questo breve romanzo, che in realtà romanzo non è. Più una sorta di diario, a tratti una cronaca dei quotidiani allenamenti di Mr. Murakami.
Conoscevo già l’autore per aver letto, prima di questo, anche “Il mestiere di scrivere” che mi aveva letteralmente conquistata, mostrandomi, tra le altre cose, come la scrittura cammini a braccetto con una certa disciplina, oltre che con il proprio personale amore per le parole.
Ho scelto di tornare a questo autore per due ragioni.
La prima è la passione per la corsa che ci accomuna. Sono note le mie corsette all’alba, tra il buio ed i lupi. Quando ancora la vita sonnecchia, io prendo possesso della mia, in una trance emotiva che poche cose al mondo mi concedono.
La seconda ragione si riconduce alla piacevolezza del suo raccontare. Di una precisione chirurgica. Un linguaggio asciutto, come un dato di fatto, tanto da sembrare senza sentimento. Solo che poi, alla fine, quasi senza accorgertene, ti ritrovi avvolto. Dentro un ricordo o un’emozione che ti scuote. Ti lascia senza fiato.
Tutto scorre molto lentamente, a tratti in modo abbastanza prevedibile: poco clamore, pochi orpelli, pochi fronzoli. Come il maratoneta non spreca una goccia della propria concentrazione ed energia mentre gareggia, Murakami scrittore non aggiunge nulla di superfluo alla narrazione. Si riconosce una certa cura nella scelta delle parole per descrivere quel fatto o quel sentimento in particolare. Precise. Nette. Senza sfumature. E tuttavia, scuotono l’animo del lettore come i rami di un albero. Si sente quel fruscio di rami che sbattono e foglie secche che cadono a terra, come di ossa rotte per l’urto di aver letto qualcosa di perfettamente reale, forte, che ammutolisce per la sua verità.
“Correre ogni giorno per un’ora senza parlare con nessuno,
trascorrere quattro o cinque ore seduto a scrivere in silenzio:
non lo trovo né stancante, né noioso. É un tratto del mio carattere (…).
Il desiderio di solitudine è sempre esistito dentro di me.
Quindi correre un’ora al giorno, e garantirmi un intervallo di silenzio tutto mio,
è indispensabile per la mia salute mentale”.
H.M.
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