Prima e dopo la scrittura

Prima della Scrittura

La stesura del tuo racconto non inizia con la prima riga di parole che decidi di mettere nero su bianco.

 

La scrittura è la parte finale di un processo ben più ampio, che comprende, oltre alle parole che scegli di usare, anche tutta una serie di attenzioni e atti di cura che la tua storia si aspetta e di cui ha bisogno per divenire la sincera fotografia di ciò che è stato, o è, di chi sei tu.

Non privare il tuo racconto di vigore e bellezza, perché qualsiasi sia la parte che vuoi condividere con il tuo pubblico merita la stessa attenzione ed amorevole ascolto che dedicheresti ad una persona cara.

La tua storia lo merita.

Prima di sederti davanti al PC – o taccuino, se anche tu, come me, fai parte della scuola di chi scrive ancora a mano – e digitare lettere, che diventano parole e poi frasi giusto per riempire il foglio con qualsiasi cosa ti stia venendo voglia di dire, ci sono alcuni accorgimenti che, per come la vedo io, potrebbero aiutarti a creare un racconto più efficace.

Sia chiaro eh: quello che trovi in queste righe è ciò che ho sperimentato io stessa nella pratica, è qualcosa che è vero per me, mi ha sorretto e condotto laddove desideravo andare: accogli questo contenuto partendo da questa prospettiva e, poi, fallo tuo, adattalo alla tua persona ed alle tue attitudini.

Partiamo?

Partiamo.

Raccogli le idee.

Se hai già un titolo potresti, per esempio, partire da lì, se non lo hai va bene lo stesso, arriverà al momento giusto per il tuo racconto; dicevo, potresti iniziare da lì per trovare il punto di partenza della tua vicenda. Cerca tra le tue esperienze, tra i tuoi ricordi: qualcosa che è accaduto, un viaggio che hai fatto, un libro che hai letto, un film che ti ha emozionato, cerca lì dentro che cos’è che ti preme sulla pancia e chiede di venire fuori. Io uso un taccuino per annotare le idee e lo faccio senza seguire un ordine preciso.

Prova.

Lascia andare tutte le impalcature che sorreggono la tua idea di cosa sia una buona scrittura, scrolla le spalle e liberati dal cappotto che si indossa quando si percorre il fantomatico viaggio dell’eroe e incamminati verso la tua storia, a braccetto con le tue emozioni e un pizzico di immaginazione, se serve. Spogliati delle congetture su cosa sarebbe meglio e metti nero su bianco quel che ti pare. Questo è il momento della creazione, non possiamo mettere un freno alla Musa, ora: possiamo solo seguirla, in questa prima fase.

Non arrivano le parole? Usa dei disegni: sì, hai capito bene, disegna pure, chi se ne frega. Chissà, magari potresti usarli  per creare una scaletta che ti conduca alla conclusione.

Organizza le idee.

Cosa significa organizzare le idee? Vuol dire collegarle tra loro affinché abbiano un senso logico, affinché si crei una coerenza narrativa tra i diversi aspetti della vicenda oggetto del tuo racconto.

«Eh sì, la fai facile tu, ma come?» mi sembra di sentirti.

Guarda, è davvero semplice. Per come la vedo io potresti provare in due modi:

  • facendo una scaletta, una sorta di indice del tuo articolo, racconto o quel che sia; l’ordine che seguirai può riferirsi all’importanza che dai ad un concetto rispetto ad un altro oppure può essere un ordine cronologico o, ancora, una tua personalissima volontà: non è rilevante questo, ma lo è che tu metta in fila le prime tracce della storia. Sarà come fornire una bussola, orientata verso Nord, alle tue parole;
  • disegnando una mappa. Io adoro le mappe, ne faccio di continuo per tracciare la via che desidero percorrere con una certa narrazione. Potresti mettere al centro l’idea/l’argomento/il fatto principale di cui vuoi parlare e intorno i vari sviluppi come le pieghe che può prendere una certa storia,  e collegali alla principale da una freccia, o più frecce se ti accorgi che una certa sfumatura del racconto richiede maggiore attenzione.

 

Una cosa di questo tipo:

 

Mappa scrittura

 

Ok, e adesso?

È molto semplice, adesso scrivi.

Siediti in un posto tutto per te, un posto qualsiasi

«con un solo particolare davvero necessario: una porta che siate disposti a chiudere. È una maniera per ribadire a voi stessi e al mondo intero che non state menando il can per l’aia: vi siete assunti un impegno della massima importanza»

scriveva Stephen King nel suo Il mestiere di scrivere.

Quando si scrive si da vita ai propri mondi interiori, ci si abbandona ad una sorta di sonno creativo, di trance letteraria che trasporta in luoghi altri che non hanno nulla a che fare con la realtà.

Scrivere è una danza, un corteggiamento che avviene tra te e le parole, è l’attesa di forme e suoni che divengono frasi e poi narrazione.

Perciò dimmi, audace cercatore di parole, ambizioso scrivitore di vicende, come potrebbe aver luogo tutto questo se tu non fossi solo con la tua vita interiore, il tuo tormento umano, la tua ossessione?

 

Alessandra Ferro Newsletter

Nessun commento

Pubblica un commento